Gli strumenti di RSI a disposizione di un’azienda o di un’organizzazione sono molteplici.
Esistono, infatti, sia documenti a carattere prevalentemente comunicativo (Codice Etico, Carta dei Servizi o Carta dei Valori, nonché documenti che richiedono un maggiore sforzo di consultazione e raccolta dati, come il Bilancio Sociale o di Sostenibilità), sia una strumentazione di valutazione e monitoraggio del rischio di violazione dei diritti umani ed ambientali, oltre che delle strategie di corporate governance adottate dall’impresa, spesso parzialmente affidate a consulenti esterni, esperti di RSI o, infine, sottoposte al controllo di un ente terzo al fine di ottenere una certificazione secondo un determinato standard.
Nell’ambito dei sistemi di certificazione internazionali, nonostante il moltiplicarsi di strumenti degli ultimi anni, gli apporti più rilevanti risultano lo standard di certificazione SA 8000, elaborato nel 1997 dall’ente americano SAI (Social Accountability International), e le recenti linee guida ISO 26000 dell’International Organization for Standardization, pubblicate nel novembre 2010, come strumento da utilizzarsi su base volontaria, non destinato a fini di certificazione.
Conforme alle previsioni di entrambi questi prestigiosi strumenti normativi internazionali è lo Standard Valore Sociale, che prevede, infatti, a differenza di altri strumenti, sia il monitoraggio effettivo del rischio lungo tutta la filiera, sia l’utilizzo di strumenti di prevenzione dell’impatto negativo dell’attività produttiva sui diritti umani e sugli aspetti sociali e ambientali.
Si tratta di un marchio di qualità sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, proposto al mondo imprenditoriale italiano come “Modello di impresa responsabile”, frutto di oltre quattro anni di studi specifici e di consultazioni multi-stakeholder, che hanno coinvolto le principali parti sociali, accademiche ed istituzionali.
Un ulteriore punto di forza e innovazione è, inoltre, che lo standard si applica ai Sistemi di Gestione della Responsabilità Sociale introdotti da qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, profit o non profit, che operi nell’ambito di qualunque settore produttivo o dei servizi.
L’adesione allo Standard Valore Sociale può essere oggetto di certificazione, a seguito di una procedura di verifica dei requisiti richiesti e di accertamento del rispetto dei principi dello standard, nonché previa accettazione da parte dell’impresa di sottoporsi al periodico monitoraggio degli appositi organi di controllo.
Le realtà che saranno ‛certificate Valore Sociale’ dai rinomati Enti Accreditati RINA e ICEA, della cui collaborazione si avvale l’associazione, diventeranno licenziatarie del marchio “Valore Sociale”, a seguito della sottoscrizione di un vero e proprio contratto di licenza.
Un Comitato di Valutazione (Co.Va.) ha il compito di verificare ed approvare le proposte di certificazione, che arrivano dall'Istituto di Certificazione Etica e Ambientale, in nome e per conto del Consiglio Direttivo ed esclusivamente in rappresentanza degli obiettivi dell'Associazione Valore Sociale, verificando i requisiti di conformità allo standard depositato.
Sono inoltre costituiti i seguenti gruppi di lavoro:
Comitato di Partecipazione, formato dai delegati designati dalle parti sociali, sindacali e datoriali, da movimenti di consumatori, pubbliche amministrazioni ed associazioni della società civile;
Comitato Scientifico che riunisce esponenti di istituti di ricerca pubblici e privati con specifica competenza in materia di CSR;
Gruppo di Redazione, incaricato dell'armonizzazione del testo.