Etica nell'impresa: una strada percorribile nell'attuale scenario?
La risposta è certamente affermativa e non si dovrebbe parlare solo ed in generale dell’impatto sociale e ambientale delle attività delle imprese, ma “cogliere l’attimo” dell’attuale scenario internazionale e prendere una importante decisione di rilancio della questione afferente all'impatto che l’impresa, ed il mercato internazionale in generale, ha sui diritti delle persone.
Vediamo gli attuali scenari, nazionali ed internazionali.
- In Italia, la tendenza attuale che desta maggiore interesse, anche per Valore Sociale, è quella delle esperienze degli Enti Locali in tema di RSI e di Public Procurement. Queste esperienze sono da valorizzare sia come opportunità di dialogo multistakeholder sia come ambiti di promozione della certificazione. A livello nazionale tuttavia la situazione attuale è ancora di stallo e incertezza circa la direzione ministeriale che dovrà occuparsi del tema.
- In Europa, la Commissione Europea ha recentemente riaperto il Multistakeholder Forum (sito ufficiale), prendendo in considerazione in maniera sostanziale le proposte della società civile - in particolare della European Coalition on Corporate Justice (sito ufficiale), di cui fanno parte anche alcune delle Associazioni socie - rivolte al perseguimento di meccanismi effettivi di controllo dell’attività delle imprese sulla filiera e allo studio di relativi framework normativi, nonché verso l’obbligatorietà del bilancio sociale. A breve, uscirà un bando per uno studio che la Commissione Europea richiede di sviluppare sulle opzioni normative relative alla filiera e fornitura in Paesi terzi.
- A livello globale, il Rapporto sottoposto il 3 giugno 2008 da John Ruggie al Consiglio per i Diritti Umani (Human Rights Council) rappresenta un passo importante nel dibattito internazionale in materia di RSI. Il rapporto rappresenta il primo tentativo di creare un meccanismo operativo in tema di Corporate Social Responsibility, coerente e riconducibile ad un unico centro decisionale. Questi i punti salienti del rapporto: (a) necessità di sviluppare strumenti di certificazione, ricerca e cooperazione; (b) necessità di promuovere una cultura del rispetto dei diritti umani che coinvolga tutti i soggetti interessati, a partire dalle imprese; (c) responsabilità degli Stati nel prevenire e reprimere la violazione dei diritti umani.
La proposta di Valore Sociale
Valore Sociale propone un concetto di Responsabilità Sociale che affianca agli strumenti volontari - quali la certificazione Valore Sociale - un framework normativo che permette di considerare le imprese responsabili per l’impatto sociale e ambientale delle loro attività su tutta la loro sfera di influenza, sviluppando meccanismi di monitoraggio effettivo che coinvolgano tutti gli stakeholders e strumenti di prevenzione dell’impatto negativo sui diritti umani e sull’ambiente. L’approccio proposto da Valore Sociale è in linea con i più recenti sviluppi relativi alla promozione dei diritti umani e della produzione sostenibile come previsti dall’elaborazione in corso a livello italiano, europeo ed internazionale, traendone ispirazione.
Valore Sociale aderisce alla Campagna Meno Beneficenza Più Diritti, una coalizione di realtà italiane della società civile che propone un approccio alla responsabilità sociale d’impresa basato sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente su tutta la filiera di produzione del valore. Meno Beneficenza Più Diritti rappresenta in Italia la European Coalition on Corporate Justice. Al fine di sopperire al vuoto normativo evidenziato in precedenza ed allo scopo di creare un terreno comune in cui tutte le imprese siano obbligate a rispettare standard di comportamento responsabile, Valore Sociale propone quattro specifici punti, qui di seguito elencati.
- Estensione della sfera di responsabilità delle imprese: le società capogruppo dovrebbero essere responsabili anche per gli effetti sull'ambiente e sul rispetto dei diritti umani derivanti dalle operazioni di società loro controllate o dagli appaltatori su cui hanno potere di controllo.
- Duty of Care: le società capogruppo dovrebbero essere considerate responsabili qualora non possano dimostrare di aver assunto tutte le iniziative necessarie per identificare e porre fine a qualsiasi violazione relativa ai diritti umani e all’ambiente lungo tutta la propria “sfera di responsabilità”.
- Rapporto sociale obbligatorio: le imprese di maggiori dimensioni dovrebbero produrre una reportistica sui rischi ambientali e sociali basata su standard trasparenti in base ai quali misurare l’impatto della propria attività sui diritti umani e sull'ambiente lungo tutta la propria "sfera di responsabilità"; attraverso l'implementazione di strumenti innovativi quali lo Human Rights Imact Assessment.
- Valutazione d’impatto sui diritti umani o Human Rights Impact Assessment (HRIA): Valore Sociale promuove la diffusione dello Human Rights Impact Assessment. Si tratta di uno strumento innovativo che mira a promuovere il dialogo tra tutti gli stakeholders per verificare ex ante e tramite un approccio positivo focalizzato sul rispetto dei diritti, l’impatto delle attività delle imprese sul contesto sociale, economico ed ambientale nelle comunità destinatarie.